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LA LOTTA DI MÀXIMA ACUÑA PER LA SUA TERRA


**ENGLISH VERSION BELOW

Máxima Acuña, proclamata nel 2014 Defensora del Año dalla Rete Latinoamericana delle Donne (ULAM), è una delle vincitrici del prestigioso Goldman Environmental Prize 2016.


Photo credits: Goldman Environmental Prize

Il Nobel per l’Ambiente è un riconoscimento internazionale destinato ad attivist* che lottano in prima persona a favore dell’ambiente e delle risorse naturali minacciate dai grandi interessi economici. Si tratta di attivist* che rischiano la propria vita, talvolta perdendola, come è successo all'attivista honduregna Berta Isabel Cáceres, leader del popolo indigeno Lenca, che per anni si è battuta per impedire l'usurpazione della terra e delle acque del Río Gualcarque. Un omicidio annunciato da tempo che lo scorso marzo ha segnato la fine della vita della co-fondatrice del COPINH (Consiglio delle organizzazioni popolari ed indigene dell'Honduras).

La storia di Máxima, contadina e proprietaria della sua terra nel nord del Perù, colpisce per il coraggio e la determinazione nella battaglia, per ora vinta, contro il colosso minerario statunitense Newmont (proprietario al 51% della multinazionale Yanacocha). Oggetto del contendere è il terreno da lei posseduto, parte di un progetto di espansione della più grande miniera d’oro dell’America Latina, la Yanacocha. Dopo aver rifiutato di vendere la sua preziosa terra, unica fonte di sostentamento, dal 2011 Máxima e la sua famiglia hanno cominciato a subire intimidazioni e percosse da parte di funzionari della Newmont, appoggiata dalle forze armate governative.

Solo nel 2014 le accuse mosse dalla Newmont, una tra le multinazionali -paradossalmente- riconosciute dall’Indice Mondiale Dow Jones come società leader nella sostenibilità economica, abientale e sociale tra il 2006 e il 2015, decadono in suo favore proclamando Máxima e suo marito leggittimi proprietari del territorio di Laguna Azul.

“Seré pobre, seré analfabeta, pero yo sé que nuestras lagunas realmente son nuestros tesoros”

Maxima Acuña de Chaupe

Questa è una delle tante storie che riguardano i diritti delle popolazioni native sulle loro terre, circa il 5% della popolazione mondiale ,violati dai grandi investitori stranieri. Con il sostegno di governi nazionali poco lungimiranti, o corrotti, le più grandi multinazionali del Pianeta mettono in atto politiche agricole che da un lato danneggiano le economie locali di sussistenza, mentre dall’altro intaccano le risorse naturali, quali l’acqua, il terreno e le foreste, provocando gravi squilibri nell’ecosistema.

Tali politiche economiche, che violano la Dichiarazione sui Diritti delle Popolazioni Indigene (2007, Onu), hanno un impatto negativo non solo sotto il profilo ambientale ed economico ma anche sociale. Perdendo le loro terre, intere comunità rurali vedono, infatti, calpestati i sacrifici di una vita, oltre che l’unica fonte di sostentamento per le loro famiglie.

EN

Máxima Acuña, proclaimed in 2014 Defensora del Año by the Union of Latin American Women (ULAM), is one of the 2016 Goldman Environmental Prize winners.

The Environmental Nobel is an international recognition for those activists who personally fight to preserve the environment and the natural resources threatened by the profit. They are activists putting their own lives at risk, sometimes even losing them like it happened to Berta Isabel Cáceres, the Honduran activist and leader of Lenca indigenous community, who fought against the usurpation both of the land and the water of Río Gualcarque. Berta’s murder, occurred last March and expected since long time, put an end to the co-founder’s life of COPINH (Council of Popular and Indigenous Organizations of Honduras).

The story of Máxima, farmer and owner of a land in North Perù, is astonishing because of the bravery and determination demonstrated during the fight, currently won by her, against Newmont (Giant U.S. mining industry and owner of Yanacocha Industry at 51%). The problems started when the decision to extend the biggest gold mine of Latin America was taken. In fact, according to Yanacocha Project, Ms. Máxima's land appeared to fall exactly under the area object of this intervention. Since 2011 Máxima refused to sell what she considers to be a priceless land, fundamental for her family sustenance, based on farming activity. Unfortunately since then, she and her family had to face serious intimidations, of physical nature also, perpetrated by Newmont with the support of Governmental Army.

Paradoxically, Newmont, the multinational company recognised from 2006 to 2015 by Dow Jones Index, amongst others, as a leader company concerning the economical, environmental and social sustainability of the Planet, sued Máxima in a court. Only in 2014 Máxima and her family have been pronounced not guilty and declared the legitimate owners of Laguna Azul land.

This is only one of the stories concerning the Indigenous People Rights on their lands, about 5% of the world population, violated by the big foreigner investors. Thanks to the national governments support, foresightless or corrupted, the biggest multinational companies of the Planet lead agricultural policies affecting both the subsistence farming and the natural resources, such as the water, the land and the forests, causing a great imbalance to the ecosystem too.

Those economic policies, which violate the Declaration on the Rights of Indigenous People (2007, UN), have a negative impact not only to the environment but to the economy and the society too. Many rural communities are losing both their lands, along with their long life sacrifices, and their only source to support their families.

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